A Linea Verde Estate, il famoso programma di RAI 1, i luoghi, i prodotti tipici e le varietà enogastronomiche per una riscoperta del territorio del Biodistretto Terre degli Elimi ricco di cultura, tradizioni e innovazioni.

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Trapani vanta una tra le marinerie più importanti del Mediterraneo e il suo porto peschereccio uno tra quelli delle coste siciliani con la più lunga tradizione. In questa piacevole chiacchierata con uno dei vecchi pescatori di Trapani, Salvatore Amoroso, risalta tutto l’amore per la pesca e per il mare.

Sua signoria il Tonno Rosso del Mediterraneo

Gli bravi Chef del nostro territorio. Pino Maggiore. Chef della trattoria Cantina siciliana nel centro storico di Trapani. In questo video ci prepara sua signoria il Tonno Rosso all’agrodolce: cipolla di Partanna, aceto, sale marino, olio EVO.

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L’aglio rosso di Nubia

Il nostro aglio rosso, l’aglio rosso di Nubia, è una varietà di aglio caratterizzata dall’intenso colore rosso porpora delle tuniche dei suoi bulbilli. L’aglio rosso di Nubia, insieme alle denominazioni alternative di aglio di Paceco e aglio di Trapani sono stati ufficialmente inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf).

Allium sativum è il nome scientifico dell’aglio, ingrediente ricco di sapore e di grande qualità gastronomica. L’aglio può essere consumato sia crudo che cotto. Ricco di vitamine è anche un antibatterico naturale. Anticamente si consigliava di masticare uno spicchio d’aglio al giorno per sconfiggere malattie virali.

A Linea Verde Estate una intervista a Gianni e Vito Manuguerra e Nino Genovese. I giovani produttori che hanno creduto fin dagli anni 2000 al prodotto insieme ai tanti che oggi nn ci sono più come u Zu Vanni birugghia Culcasi di Nubia. Un mito del lavoro in salina e dei terreni.

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A Linea Verde Estate un’intervista a Rosalba Gallo, la figlia e la moglie di Nino Genovese. Descrivono l’arte dell’intrecciatura dell’aglio.

Base della nostra pasta cu l’agghia o della nostra zuppa di pesce.

Mia madre, a za Nuccia, lo metteva crudo alla fine della cottura del brodo. Si sprigionava un odore e un sapore sublimi.

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Calatafimi – Segesta

Segesta fu un’antica città elima situata nel nostro territorio. La vecchia città sorge sul Monte Barbaro, nel territorio comunale di Calatafimi Segesta a pochi chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo. Custodisce, all’interno del parco archeologico, un tempio in stile dorico e un teatro di età ellenistica, in parte scavato nella roccia della collina.

Altri scavi hanno portato alla luce una cittadina ellenistico-romana e un borgo medievale. Questo sito archeologico è tra i meglio conservati di tutta la Sicilia, nonostante le numerose trasformazioni subite, ed è di certo uno dei luoghi d’interesse culturale più suggestivi grazie al panorama visibile e alla sua posizione sul monte. Attualmente è una delle maggiori mete del turismo culturale e paesaggistico della nostra provincia.

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L’intervista al grande Luigi Biondo, nostro conterraneo, architetto, archeologo, Direttore del Parco Archeologico di Segesta. Il tempio e il teatro realizzati dal popolo Elimo proveniente secondo la leggenda da Troia.

Nelle immagini anche la dimora di un ammiraglio Elimo che scrive all’ingresso della sua casa: ‘BENVENUTO’.

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Selinunte e le api nere sicule

Selinunte (in latino Selinus) era un’antica città situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, nel nostro territorio; è il parco archeologico più esteso d’Europa. I ruderi della città si trovano nel territorio del comune di Castelvetrano, nei pressi della foce del Belice.

Nel sito archeologico, sull’acropoli vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su una collina poco lontani. Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel museo nazionale archeologico di Palermo; fa eccezione l’opera più famosa, l’Efebo di Selinunte, che oggi è esposto presso il museo civico di Castelvetrano.

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L’apicoltore Carlo Amodei trova nel 1997 tre ceppi di ape nera sicula, pressochè estinta, e le trasferisce nell’isola di Ustica con lo scopo di farle riprodurre.

L’obiettivo è quello di reinserire l’ape nera sicula nel territorio del Biodistretto e in generale in Sicilia occidentale.